Antonio sull'autobus imita il fischio
del merlo ed un suono basso da campionatore elettronico, poi gira la
testa e tutti lo guardano. Continua al ritmo di un pensiero immobile,
di una zona d'ombra confortante, dove ha già stabilito, lascerà un
po' di prato anche per Marta, viso di bimba circondato di peluria,
che si vede solo quando la sfiora il sole. E solo se le si siede di
fianco, di fronte è difficile.
Occhi vicini e ciglia folte, sembra un
quadro di famiglia, sintesi di rami e radici, la durezza di un
magiaro, il profilo da pallida austriaca, mani lunghe da pianista.
Corpo umile della terra, lei non sente il merlo che fischia e nemmeno
il basso campionatore. Vede un viso bruno, con rughe, poche, attorno
al mento: hanno i toni del marrone che si trovano sfogliando un
albero, sugli anelli, sui suoi anni. Sotto quei rami vorrebbe stare.
Marta, pensiero vigile, le parole non servono a nulla.
Nessun commento:
Posta un commento