venerdì 24 giugno 2011

Greta

Una sottana stesa al sole manda riflessi rosa antico,
la riconoscono i passanti e tua madre non lo saprà.
Fresco bucato che non si scorda, riflesso sorriso da una vetrina
e quando fuori è ancora chiaro, Greta, non pensarmi mai.
Alla dogana per la vergogna ho rinnovato il passaporto
crema di sorsi e di parole, il mio bagaglio è ancora aperto.
Mi hai detto "Sono come l'aria" ieri inverno ed eri fredda
spilla da balia tra le ossa a tener salda la mia carcassa.
Sarà la notte al confine, luce mossa da una falena
i miei cinquanta anelli pesano, nessun carato da barattare.
Mi guidava Morricone, lento ospite sulle scale
riconosco ogni odore, i panni sudati stesi al sole.
Mi hai detto "Sono come l'aria", ora estate e sei afosa
porti con te sulla mia fronte il peso lieve delle lenzuola,
le gambe bianche fatte rosse da dei morsi di zanzara
e ora che fuori è ancora chiaro, Greta resta dove sei.

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